Igino Pratesi al figlio Mario Pratesi
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Li=15=Marzo=1871=
Carissimo Figlio.___________
Ti rimetto Lire Settanta per
mezzo dell'accluso
Vaglia postale di No=75=rilasciato in questo giorno
a tuo favore dall'Uffizio di Posta di Siena sù quel=
lo di codesta città; e ciò io faccio in quanto a Lire
Venti
per altro sussidio per questo mese; ed in quanto a Lire
cinquanta per la spesa dell'Abito, a forma della tua
richiesta fattami a voce nella gita che feci costà
ulti=
mamente. Attendo dunque che tu mi rimetta la relativa
Ricevuta.
Ti avverto poi, che attesa
questa nuova sovvenzione,
io non posso somministrarti il sussidio del prossimo Apri=
le che verso il 6 o il 7 di detto Mese, non avendo prima
di detta epoca denaro disponibile. ___ E stante che i
miei affari economici vanno sempre più peggio=
rando, io mi trovo costretto a pregarti caro Figlio
a pensare di metterti in grado di provvedere da
te stesso alla totalità del tuo mantenimento,
perchè
io prevedo il caso, possibile da un momento all'altro, del=
la cessazione dei miei sussidi, non per volontà mia,
ma per impotenza assoluta prodotta da cause da
me non dipendenti. _________________________________________
Ti hò ordinato un'altro
paio di scarpe, le quali
ti invierò per Tito, se viene qua, se nò, per la via
ferrata.
Ricevi intanto i saluti di
casa, e la mia
Benedizione, e credimi
sempre________________________________
Il tuo Affmo Padre
Igino
P.S.=Dopo scritta la presente, e dopo avere già staccato il
Vaglia che sopra, hò avu=
ta la tua Lettera del 12 stante, che porta la marca di posta del 14
Marzo corrente alle
ore 3 di sera; ed in replica alla medesima spiacemi doverti
rammen=
tare, che tu mi chiedesti Lire Cinquanta per farti l'Abito: e
questa
somma io ti rimetto col Vaglia sopracitato per detto
vestiario,
non potendo rimetterti di più; facendoti rilevare,
che quando fui costà alla fine del decor=
so Febbrajo ultimo, ti detti ancora
Lire Dieci più del con=
sueto. (A)
(A) Con gli aggravi che hò, sia per parte
della
Famiglia, sia per parte dei tempi
che corrono, io non posso fare per Te più di quello che
faccio con mio grandissi=
mo disagio; e quindi se a Te non riesce di trovare un poco di pane;
e
levarti dalle angustie, io non posso altro fare che ripeterti che
tu
ritorni a Casa, come tante e tante volte ti hò detto.
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