Autunno a Tosi-1914

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Tosi, 29 ottobre 1914

Qua da alcuni giorni abbiamo un tempo nordico, cioè da dilu-
vio universale: un tempo da canto quinto dell’Inferno. Invece dei pec-
catori carnali; abbiamo le foglie d’autunno che questi boschi della
montagna ascendon[?] per aria, e cadono giù nella valle. Da Firenze
viene, con lo scirocco, un buio cupo di nuvole acquose che cuoprono
l’orizzonte d’una cortina saliente pel cielo. L'Islandese del Leopardi1
aveva ragione. Il carbonaio di cui sono ospite, è tornato fradicio come se
uscisse da un lago: e così la moglie che era andata nel bosco a raccoglier
castagne. Sono rimasti ambedue ad asciugarsi al fuoco, i panni fradici
addosso: panni quasi estivi. Ci sono avvezzi: la fatica e il disagio li
ha ben temprati, e non prendono mai un malanno. Intanto la tem-
pesta continua a soffiare, a battere in ogni luogo con la furia di chi
vuol distruggere il mondo. Oggi non avremo la posta, e io dovrò starmene
chiuso in questa stanza a ascoltare la musica del vento, e gli acci-
denti che Beppe, il carbonaio, e sua moglie Annina, mandano al
tempo che impedisce loro di lavorare e glieli mando anch’io! ...
               MPratesi

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1. Leopardi, Giacomo. “Dialogo della Natura e di un Islandese” Operette morali, 12 (1824).

 
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