Luisa Anzoletti a Mario Pratesi

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               Villa Rosa, 4 agosto 1906

Caro amico gentile,

    L'articolo Suo, pel quale
non trovo parole da qualificarne
abbastanza tutti i pregi e le
bellezze, arrivò stamattina con
la prima posta, e l'ebbi in mano
io e lo potei leggere per la prima.
Le scrivo ancor col brivido
della commozione provata mentre
leggevo. Vorrei ch'Ella fosse qui,
e stringerle forte le mani e
farle comprendere silenziosamente
la mia commozione, che mi
par d'esprimere meglio se torno
a riprender la lettura di quel
Suo ispirato scritto, che non
cercando di significarla con
la mia penna. Caro Amico
buono! Ella ha dato una nuova
originalità e una nuova grandezza
a questo "Mozart" attraendolo


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con tanto amore nel profondo della
Sua anima, ravvolgendolo nella
luce calda e veemente del suo
pensiero. Esso parla come da
un culmine nuovo della propria
vita immortale, con la voce
vibrante della passione, della
tristezza, della dolcezza, di tutte
le umane simpatie, di tutte le
sovrumane armonie ch'Ella
agita e accarezza nel suo cuore.
Non è più una figura storica,
un genio che visse, quello
che con la tragica naturalezza
de' semplici casi d'ogni giorno
dà un accento d'intensità così
acuta e sentita allo Scrittore
che lo rivela, e fa così "tremar
le vene e i polsi"1 a chi
ne intende la storia e i


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dolori e l'ultima agonia, più
misteriosa ancora della Morte!
è l'Uomo eterno che vive,
e compie attraverso l'impenetrabile
mondo degli spiriti il cammino
radioso della sua immortalità.
Non solo il "Mozart", ma
anche Lei "sorge in tutta la Sua
interezza" in questo novello
coro vivente che trae dalla
Musa mozartiana le sue
ispirazioni. Quella vita "che
fu sempre accompagnata dalla
divina armonia interiore, e
sempre tagliuzzata e impedita
dalle miserie che uccidono il
Genio", non riposa nella fossa
ignota – dove andò disperso il
cenere del grande melodioso artefice.
Io la sento palpitare e gemer tuttora
e ripercuotersi nella vita Sua, così


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come sulle corde d'un'arpa continua `
una musica anche allora quando
una di esse è spezzata. – Dovrò io
parlarle della mia gratitudine,
mentre ho l'anima piena di
questo sentimento e dolorante
in esso? Ma non conosco voce
di gratitudine più vera e più
grande di quella che si confonde
con le lagrime. La ringrazio così,
Amico mio; La ringrazio dell'alta
nobilissima gioia d'Artista ch'Ella
die' a mio fratello, e ch'io sento
con raddoppiato cuore. Marco potrà
scriverle solo dimani, perchè oggi è
a letto con un fierissimo mal di capo.
Volle tuttavia leggere da sè l'articolo
bellissimo, e non ebbe bisogno di
parlare, perchè si capisse la sua
grande consolazione. Io non dovevo
forse scriverle prima di lui; ma


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proprio non seppi resistere.
    D'altra parte, son già più giorni
che la cara Sua del 28 agosto [sic] vuol
risposta. E non arrivai a scriverle
prima per la vera angoscia di certi
lavori a scadenza fissa, che dovevo
terminare – e non ho ancor terminato.
Circa il mio articolo, siamo intesi;
e La ringrazio vivamente d'avermelo
favorito. Questa copia rimarrà Sua
ad perpetuam memoriam della mia
sovrana imperizia. Leverò via tutta
quella consaputa 1aparte, e farò
un'introduzione nuova. Perchè, a
ogni modo, l'articolo dev'essere pubblicato,
s'Ella non lo proibisce. E se non
crede conveniente tornare alla
"Nuova Antologia", combinerò altrove.
A una buona Rivista devo un
articolo entro quest'anno; manderò
il nostro. Le piace? - Quando avrò
fermata la scelta della Rivista in
cui pubblicarlo, ne passerò parola con


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Lei per vedere s'essa è di Suo
gradimento. - Ora sto lavorando
piuttosto forte dietro all'ultima
parte d'un libro che devo consegnare
per la fine del mese all'editore;
il Suo nome ritorna in qualche
citazione anche in questo mio
lavoro a dar luce di critica geniale.
- Si è rasserenata l'aria intorno
a Lei? Sono meno uggiose e stanchevoli
ora le sue occupazioni d'ufficio?
Può conversare con persone simpatiche?
Giorni fa ebbi una lettera d'un professore
straniero, da un luogo presso Belluno
che si chiama Forno di Zoldo (o Zololo).
Lo conosce Lei questo luogo? Anche la firma
del professore non la rilevo del tutto chiara
= Mario Galanti Tomassi = mi pare.
– Qui tutta la campagna è bruciata,
un mese che non piove, e calori tropicali.
– Vorrei poterle dipingere il viso radioso
di Papà e Mamma alla lettura del
Suo commovente articolo. Ella vedrebbe
che il sentimento dei figli acquista nel cuore
dei genitori una dolcezza inesprimibile – e
chiudo con questa e con le grazie paterne e materne
che ne sono l'espressione.

                      La Sua aff. amica
                                   Luisa Anzoletti



1. Divina Commedia Inferno I (90).

 
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