Giacomo Barzellotti a Mario Pratesi

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Caro Pratesi,

    Grazie tante della tua lette-
ra, e grazie della confidenza che hai in me
che veramente ti sono amico, e lo sento
desiderandoti continuamente nella tua
lontananza. Però mi dispiace il tuo scon-
forto; ebbene lasciami sperare sinceramente
che tu ne risorgerai, mercè principalmente
della salute rinvigorita e della stagione mi-
gliora [sic] e dei buoni studii di latino, d'italia-
no, e d'istoria che ti esorto a continuare
come fai, bensì senza affaticarti, nè sforzarti
la mente. Vedrai, siine sicuro che tutto pas-
serà coll'età più ferma e virile e potrai
avvivare qualcuna delle tue speranze che sono
pure speranze dei tuoi amici, di tutti colo-
ro che ti amano e ti stimano non poco.
Ho fatto le tue commissioni. Ho letto i tuoi
canti ritoccati e mi piacciono; specialmente
quello ai colli ecc1. -che è delicatissimo.
Fermai per strada il Degubernatis al qua-
le domandai dei tuoi canti; egli mi dice
che si ricordava con piacere di te e che


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avrebbe gradito qualche cosa tua pel giornale2
ma che questo generalmente non acco-
glie poesie. Io non insistei, ci sarà qualche
altro giornale, per esempio la Gioventù che
ora è riordinata dal Falorsi, e anche
la Rivista Bolognese che potrebbe accogliere i
tuoi versi. Stamane io ho scritto questi
versi che seguon; leggili per mia memoria.
           = Un momento d'ispirazione.
    Nell'immensa armonia della natura
Onde ha vita il creato, e spirto, e mente,
In cui, del tempo e del pensier misura,
Il sempiterno all'anima è presente;
    Ancor i' ascolto o suoni intimi, o pura
Melanconia d'affetti onnipotente?
Vi comprendo, vi esalto e alla secura
speme ritorno, e all'avvenir fidente?
    Sì, ma per poco; l'immortal parola,
+ In cui natura a noi si svela, intera
Non colsi ; e l'alma si sentia più sola.
    Tale i quieti del lago echi ridesta
L'arpa, indi tace , e l'ombra della sera
+Sul capo al prigionier scende più onesta.
ovv. + Sull'alma al————
+in cui favella l'universo


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    Spero di venire costà presto, ma non so di
certo; dipenderà dalle mie occupazioni; e
te lo farò sapere. Addio, caro amico, scrivimi
presto; domandami quello che vuoi e in cui
posso servirti, saluta tuo padre, fatti coraggio,
e credimi tuo aff. amico

                                       Giacomo Barzellotti

                            Firenze 20. Marzo 1869



1. "A. colli di Firenze - Ricordanze" Letture di famiglia, 1869.
2. Probabilmente La rivista europea (1869-83).

 
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