Giacomo Barzellotti a Mario Pratesi

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Caro Mario,

                         Napoli, 4 Luglio 96

    Ricevo la tua lettera e ti
rispondo subito. Proprio pochi minuti prima
di averla pensavo di scriverti, e mille
volte avanti ci ho pensato, e non è note-
volmente (come si suol dire nelle lette-
re di cerimonia), che me ne sia mancato
il tempo. Ma tu sai come accade spes-
so quando si fa frequenti viaggi, come
faccio io, per affari, fra continui im-
pegni che vincolano ad ore determinate.
Si dice: all'amico, a cui penso spesso,
scriverò in un momento di quiete, e
questo momento viene a vari intervalli.
Qui poi si aggiunge che al gentile
invito di venir da te, ricevuto da
Firenze, e che ho infinitamente gra-
dito, volevo rispondere sì o no quando


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sarei stato sicuro di poter venire. Ora,
questo non lo sapevo bene e, in fondo, non
lo so, nemmeno ora. Volevo andare a
Parigi, ma affari gravi e da richiedere
la mia presenza in Italia ci si oppongono.
Negli ultimi 20 giorni sono stato due
volte a Roma. Ne tornai jeri sera. Ora
ci ho gli esami di Laurea. Lunedì
parte Mario; e io, sbrigate verso il
9 o il 10 certe cose a Roma, conto di
andar da Mammà. Nel Settembre o pri-
ma sarà necessario che vada a Piano.
Un viaggio nell'alta Italia lo rifarei
volentieri, principalmente per veder
te, caro amico; ma, se vengo, non
potrà essere che verso la fine
del mese. Tu non pensare a me;
se verrò, prenderò una stanza
costà o alla Vena d'Oro. Dimmi


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che fanno Rovetta e Donna Gina. Mi
puoi scrivere qua fino al dì 8 o 9; poi
a Firenze.
    Mi duole moltissimo di sentire
le noie immeritate che hai. Guarda
però di non prendere alcuna delibera-
zione precipitosa, e di non privarti,
in tempi così miseri per chi scrive
in Italia, di gran parte del tuo sti-
pendio. Pensaci bene e non lo fare. Quando
tu hai la coscienza di aver fatto quel
che dovevi, sorridi serenamente di chi
ti vorrebbe seccare. Tutti gli uffici han-
no coteste noie. I più ne
sorridono. Ti raccomando, dunque, la
serenità e la forza e, se vuoi, il
sorridente disprezzo, con cui un uomo
forte può sfidare tutte queste cose.
Il mio Mario ti saluta. Ti
riscriverò presto. Tante cose, con
affetto immutato, dal tuo G. Barzellotti


[in margine, senso vertcale]

Perché non vieni a Piano, se lo puoi, senza
                     pregiudizio del tuo impiego?

 
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