Luisa Giulio Benso a Mario Pratesi

123


    Torino, 4 12/1918

        Signor professore,

    prima di tutto mi
lasci chiederle scusa per il ritardo posto a rin-
graziarla per il cortese invio della Sua novella
semi-guerresca. Fui occupatissima tutto ottobre
ed una parte di novembre nel disbrigo delle fac-
cende domestiche, chè non avevo trovata una per-
sona di servizio passabile, e poi quando ebbi un
po' d'aiuto mi trovai con tante lettere a cui
rispondere e con tante nuove cure, per l'arrivo
dei figli dal fronte, da non trovar un'ora da
dedicare agli amici. Ma appena ricevetti la
Sua novella la lessi la stessa sera, almeno in
parte, e ne terminai poi la lettura con viva soddi-
sfazione dello spirito.
    Ella, in breve spazio, ha prospettato dei vasti
problemi: l'ineducazione popolare; il mal costu-
me che ne deriva; la mancanza d'una pura
fede, la forza rinnovatrice e rigeneratrice che
può avere su anime semplici e buone la parola
d'un uomo onesto, religioso, elevato, integerrimo.
La vita campagnuola è resa, in questa novella,
con molta perfezione; pochi tocchi qua e là
e la fantasia del lettore si raffigura con rara
evidenza e valli e colli toscani ridenti, aprichi,


pagina 2



risuonanti di canzoni e di mormorii d'acque.
L'anima di Berto risalta benissimo sullo sfondo
del quadro; l'anima d'un umile, che si fa eroica
a sua stessa insaputa, per la potenza dell'am-
biente, degli esempi, della voce del dovere che
risuona continua fra i soldati, tanto più in
guerra. Forse l'amore non ha tocchi abbastanza
forti, e neppure la passione, sia pur volgare,
della sorella di Berto. Più forti accenti avrebbero
commosso e fatti pensare maggiormente certi lettori,
che hanno molti punti di contatto coll'egoista
carabiniere. Credo che a più d'uno la figura
del capitano parrà di maniera, eppure sono
certissima ch'essa è presa dal vero, e per
somma fortuna d'Italia spero che di tali uo-
mini ve ne sia più d'uno. I suoi discorsi
sembrano fari luminosi, ed ella incastrandoli
nella Sua novella ha forse stimolate delle ener-
gie latenti, destati degli spiriti d'emulazione
là dove il non te n'incaricare pareva il motto
d'ordine.
    Ora la guerra è finita, ma bisognerebbe rico-
minciare un'altra contro i negozianti d'ogni
genere e specie; contro queste sanguisughe che
succhiano veramente la vita della miglior parte
della nazione: gli onesti professionisti, gl'impie-
gati, i pensionati. E questa lotta dovrebbe essere
particolarmente morale, ma finora un risveglio
di tal genere non lo si vede, e ci vorrà del tempo


pagina 3



prima che l'Italia sappia trovare la sua
miglior via di progresso spirituale e civile.
    Per adesso esultiamo, pensando alla patria unita
ed allietiamoci. Mi ricordi, egregio Signore, con
un po' d'affetto; s'abbia i miei migliori auguri di
bene e mi tenga quale a Lei

                      devma
                             Luisa Giulio

 
Image of Page 1