Mario Pratesi a Caterina Cecchini

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Cannero: Villa d'Azeglio
(Lago Maggiore: Prova di Novara)
                        12 agosto "11.


Cara Caterina,            [mano ignota: trovavasi a Pracchia]

    Ho ricevuto con vero
piacere la tua bella e buona
lettera, piena di cose non liete
certo, ma che attestano la inten-
sità della tua vita interiore.
Guarda di mantenere in essa
il raggio della bontà e della
mitezza in ogni occasione: ce
ne vuole per non odiare la vita
e la gente! Non pensare troppo
al concorso, nè a nullla che di-
penda dagli uomini. Tu sei trop-
po buona e pura per avere tra
essi dei protettore [sic]. Intanto mi
consolo che pure con spesa per


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voi grave, siate riuscite a trovare, su codesti ap-
pennini, un asilo ameno, salubre e indipendente:
tre condizioni, l'indipendenza, l'amenità, e la
salubrità, indispensabili al rifiorire dello spirito
e del corpo accasciati. Non invidiare dunque a te
stessa questi beni con le malinconie del passato
e dell'avvenire. Cerca ora di somigliare a una
pianticella posta al sole dopo molta afa e an-
gustia d'aria e d'ambiente.
    Qua è caldo grande ma non ci sono nè
zanzare, nè mosche: la villa ha ombre di vecchi
e grandi alberi; la mia camera è ampia e ha
quattro grandi balconi riempiti dall'azzurro
del lago e del verde del bosco pieno d'usignoli.
La spera dell'amplissimo lago è un gran
riflesso alla bellezza della terra e del cielo. Mi
dorrà di partirne ai primi di settembre per
andare a Lugano dove mi vogliono i Maraini.
Mi tratterrò qualche giorno a Milano, e verso
la metà di settembre sarò a Firenze.
    Godo che la mia novella abbia avuto in
te una lettrice intelligente e disposta a sen-
tirne la verità: quella verità che volli sempre,
e che mi fruttò sì poco, laddove la rettorica,
e i falsi lenocinî dello stile mi avrebbero pro-
curato ben altro favore in Italia! La tela di
quel lavoro si prestava a uno svolgimento


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ben più complesso, ma la neces-
sità di far presto, me l'ha
fatta ristringere in quei confini
che pure chiudono un mondo,
oggi trascorso quanto alle forme,
al regime, alle voghe, ma non
cambiato nel fondo.
    Addio, cara Caterina.
Auguro a te e alla mamma
che codesta libertà che non
dovete a nessuno, e che vi co-
sta sì cara, vi sia lunga-
mente propizia, e lo sarà
se tu addormenti le cure.
Tante cose affettuose dal
vostro
                  M.Pratesi


[busta]

[mano ignota: (La lettera da Cannero)]

Gentilissima Signorina
Prof. Caterina Cecchini
                  Casa Nucci
                  Pracchia
                        (Prova di Firenze)

 
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