Mario Pratesi a Caterina Cecchini e Clarina Cecchini

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                          Sabato Sera

Cara Clarina, e cara Caterina,

    Scusate la mia asinità
di non avervi inviato neppure
un augurio pasquale. Volevo io
stesso dirvelo a voce, ma sono
vecchio, pieno di tribolazioni
e d'acciacchi non lievi, per cui
m'è "duro calle
    Lo scendere e il salir per l'al
                   trui scale1."
Specialmente quando le scale
non son vicine, e son ripide e lun-
ghe. Dunque alla mia innocente
omissione riparo ora coll'augurio
d'ogni bene per voi. Datemi le vostre


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notizie che spero buone. A un saluto
gentile di Laudomia, risposi man-
dandole "Carità Cristiana." Sapete
che abbia ricevuto quel libriccino?
    Vi prego poi di dare alla mia
donna l'indirizzo scritto e preciso
della pensione Barazzuoli a Roma
per un mio amico, il Senatore Chiap-
pelli
, a cui l'ho molto raccomandata.
    Scusate l'incomodo, e gradite
i saluti del

                  vostro aff.
                        M. Pratesi



1. Paradiso XVII, 59-60.

 
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