Augusto Conti a Mario Pratesi

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Caro Sig. Pratesi

    Sia benedetta l'anima
del mio bambino1, che pregò per Lei, quand'Ella,
sulla fossa ov'io medesimo lo posai, lesse
l'iscrizione d'un padre accorato, ma che sperava
in Dio per sè, per lei, per ogni tribolato, per
tutti gli uomini. Leggendo io la novella di Lei2,
scrissi, è vero per darle conforto, ma perché
altresì dal conforto dell'anima sua ho certa
speranza di cose non mediocri. Se fui certo
mai di prognostici morali, ora ne sono certissimo
e vorrei più autorità per metterle in cuore
la certezza ch'è nel mio:
                 Dio la benedica.

                     Suo A. Conti

26 d'april 1870
         Firenze



1. Conti aveva visto morire due dei tre figli.

 
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