Mario Pratesi a Roberto Coranaro

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Firenze, 27 ott. "11

            Via S. Leonardo, 23

Caro il mio Roberto,

    Aspettavo la buona noti-
zia, ed è venuta, e me ne ralle-
gro. Le virtuose ore di studio,
passate lassù nella torretta di
Cannero, t'hanno fruttato.
E così sempre. Non arriva
ad un'ardua meta se non
chi non si snerva e non perde
il tempo per via. Il mondo
è dei coraggiosi e dei virtuosi.
Mi consolo dunque che tu sia
sulla buona strada, e che tu
abbia provato le dolcezze


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virili d'una vittoria dovuta alla
tua virtù, cioè alle tue fati-
che, e alla disciplina che
acquistano forza feconda
alla volontà.
    Hai dato anche una
grande conzolazione a tua
madre. Spero che ormai
il lavoro anche penoso, la re-
sistenza alle lusinghe che
scemano o anche tolgono, la
energia del lavoro, siano in
te un'abitudine costante come devono
essere per mantenersi retti
e perseveranti.


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    Avanti dunque in nome di
Massimo d'Azeglio, e del tuo
proprio bene! .... Dopo aver
conquistato la costa di Tripo-
li, bisogna conquistare tutta la Tripoli-
tania, cioè essere fra due anni
un bravo ingegnere laureato.
    Addio, caro e buon Roberto.
Un abbraccio di cuore dal
          tuo affmo

          Mario Pratesi

 
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