Jessie Laussot Hillebrand a Mario Pratesi

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               16 Agosto 1896

Indirizzo: c/o F. Taylor Esq.
                          M. C.
              Diss        Norfolk (Inghilterra)

Mio caro Mario,

    È un'eternità che desi-
dero di scrivervi e che non ci
arrivo. Penso che mi crederete
in tutta sincerità, se vi dico che
faccio da 5 settimane una
vita di segretaria ad un mi-
nistero, la quale m'impedisce
di trovare il tempo di scrivere
agli amici, e me ne leva
una voglia, per la stanchezza
di mente. Poi, non volevo
scrivervi prima d'aver letto
coscienziosamente il libro.
Mi rimproveravo troppo da


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molto tempo di non averlo letto
ancora, specialmente perche avreste
potuto credere ad una mancanza
d'amicizia a quel proposito per
parte mia; e però non mi fu
possibile. Ora l'ho letto e come
vi ho promesso, ed al rischio
di vedervi non troppo contento
del mio giudizio, vi dico ciò
che ne penso con tutta franchezza.
Ci trovo un gran bel lavoro
artistico, nei dettagli specialmente,
e qualcheduna delle vostre
ottime qualità come poeta
vero (che lo siete sempre stato)
ma nell'insieme non trovo
che sia ciò che avete fatto di
meglio. Non vi trovo la coerenza


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che, per me, pare necessaria ad un
lavoro epico di questo genere, nè
l'architettura chiara. Mi pare
che siano divenuti troppo impor-
tanti i dettaglî del tutto.
Non so se mi spiego bene.
Questa Dolcetta, la cui vita prin-
cipia così bene e che è così
squisitamente descritta col 'suo
mondo' nel paesetto, non
ne è quasi più questione nel
seguito e non mi pare nè
logico nè molto verisimile
che questa cara creatura non
si fosse rallegrata dell'amore
di quel bravo fabbro
piuttosto che di Casciani
morire per sentimentalità
morbosa e nel servizio di
tale gente.


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Devo però anche convenire che il
punto di vista sotto cui, moralmente,
appare tutto questo mondo, è troppo
contrario al sentire di noi altri
Inglesi, che forse per questa ra-
gione, ci sarà molto che ci sembra
a noi impossibile o inverosimile
che agli Italiani pare altrimenti.
Non vedo perchè sia necessario rappre-
sentare il mondo - il quale certo
è abbastanza cattivo come è -
come una collezione di gente
incapace di un sentimento umano
e nobile, nè vedo, se anche
questo punto di vista può esistere
perchè sia tanto di moda
oggi, di non vedere e di non
studiare che il vero brutto,
e non anche il vero bello


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o, perlomeno, di fare un confronto
fra questi due elementi. Poi
siete pur troppo democratico,
volendo che le poche virtù che esistono
(e sono ancora delle virtù debolissime -
appartengano alla classe
ineducata solamente e che
non ci sia un uomo od una
donna a cui si vorrebbe
stringere la mano nel mondo
della società. Dovete aver fatto
delle curiose esperienze.
Perche mettere tanta cura a
descrivere delle cose che verrebbero
meglio nascoste od ignorate.
Tutto questo ha sua origine
nei moderni francesi
e non è veramente italiano.
Manzoni non fece così,
nè Dante, nè Petrarca


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Ed il caro e gentile Lodovico Ariosto,
quando anche si lasciò andare a
castigare i vizii del tempo, o entrò
in dettagli un po' scabrose,
lo fa con un velo così poetico!
E Messer Mario da Siena, che fa
delle descrizioni così belle di
paesi veduti, e di luoghi
di rimembranza pietosa,
che osserva così bene un povero
"corvo"1, mi pare che potrebbe
soggetti meno schifosi per spiegare
suo talento superiore. In somma,
malgrado grandissimi pregi
non posso dire che trovo che questo
libro sia precisamente ciò che
avete fatto di meglio; ma non
ho pazienza nemmeno colla
gente, che non ci vuol trovare quel


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bello che vi è!
    Ora, sarete molto arrabbiato contro
di me, mio caro Mario; ma
avete insistito perchè io lo
leggessi, (ciò che avrei fatto senza
questo) e vi dicesse [sic] franca-
mente la mia impressione.
Di critica, non ci penso, già
che non ne sono capace.
    Sono da più di un mese quì
in patria mia e sempre con-
tentissima del soggiorno.
Solamente la vedova de Bülow
mi dà da fare una quantità
immensa di lavoro per
la nuova pubblicazione
che fà dei Saggi, Critiche
ed Articoli musicali di suo
marito, mio caro Hans.


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Avrei un mondo di cose da dirvi,
ma non ho più tempo oggi. Vorrei
sapere se avete anche qualche
visite amiche o almeno simpa-
tiche. Temo che l'amico
Freccia non sia andato da
quella parte quest'estate.
    Scrivetemi una riga quando
ne avete il tempo e non
andare a guardarmi come
una nemica per ciò che vi
ho detto. Tutto al contrario!
      Sempre vostra aff.ma

                 J. Hillebrand


P.S. Un'altra ragione per cui ho perduto
molto tempo, è quella, che
ho dovuto ricercare tutta nuova gente
per mia casa! Una grande seccatura
davvero!



1. Allude al racconto tradotto in inglese da lei "Un corvo fra i selvaggi" (Rassegna settimanale, dic. 1879).

 
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