Karl Hillebrand a Mario Pratesi

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    Ho indugiato molto a rispondervi,
amico caro, ma se sapeste quanto
sono assorto negli affari del mestiere,
mi scusereste. Appena mi rimane il tempo
di spirare. La buona vostra letterina, con
data del 6 aprile, ma che m'è pervenuta
il 10 Luglio soltanto, mi ha fatto un vero
piacere, prima perchè m'ha provato che voi
vi ricordate ancora di me – e mi sta a
cuore di essere ricordato da voi –, poi
perchè ho veduto che state in buona salute.
La fotografia che accompagnava il biglietto
è un pensiero gentile e ve ne ringrazio
molto. Ho letto le vostre rime col più vivo
interesse. Vorrei che fossero un poco men meste;


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ma so troppo che il poëta non commanda alle
sue ispirazioni. M'hanno particolarmente
piaciuto la Chiesuola e l'Angelo Custode
e li fo tradurre da uno dei miei discepoli.
Se la traduzione riesce, la vi manderò insieme
alla mia fotografia che mi chiedete. Sono
più di dieci anni che non l'ho fatto
fare perchè è per me una operazione
più crudele assai dello stesso aver tagliato
i capelli. Ma sarò buon diavolo e
m'immolerò agli amici che, lo spero,
me ne saranno riconoscenti.
    Non credo di venire a Firenze questo
anno; eppure avrei caro di rivedermi
per darvi del coraggio, per mostrarvi la


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vita sotto una luce meno mesta. Non vi
consiglio per questo di cacciar via la malin-
conia quando v'invade; ella si vendicherebbe
e sarebbe d'altronde tentamento vano; ma datele
una voce, scrivete a sua dettatura e il
poëma che avrete messo fuori così nei dolori
sarà un sollievo, una guarigione per voi, un
dono grato e gentile agli amici, un titolo
alla stima del mondo. Fratanto sopratutto
fuggite la noia, fuggitela lavorando;
che bisogna procurare di non temere il lavoro.
Credetelo ad uno che ha passato anche lui
tra gli scoramenti d'una gioventù difficile, pug-
nate contro il nemico col lavoro che è il più
potente degli ausiliari. Fate le vostre classi,
correggete i doveri, preparate le lezioni come
se la salute del mondo ne dipendesse. Vi


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troverete della soddisfazione acquistando una
base solida di sapere – chè s'impara molto
insegnando – infine vi guadagnerete le simpatie
dei vostri discepoli. Tutto ciò vale bene la
pena di muoversi un poco. Poi nelle ore
d'ozio che vi lascieranno il mestiere e il
lavoro, fuggite nella bella vostra natura tos-
cana ed ascoltate Iddio; vi detterà versi
più sereni.
    Addio, caro poëta, e mi credete
di tutto cuore vostro

                                     K.Hillebrand

Douai addì 12 d'Agosto.
    Scusate questo mio italiano impossibile; ma
non sono certo se il francese vi è bastantemente
familiare per leggerlo manoscritto. È questo
la prima pagina che abbia mai scritta
nella vostra lingua. Spero che la Musa del
parlar toscano mi perdonerà questa mia
oltracotanza in favore del motivo che me
l'ha fatto commettere.

 
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