Adelaide Maraini a Mario Pratesi

12345678


                      Roma 24. 1. 78
 
Carissimo Amico–

Ho la sua cara lettera,
e mi duole assai ch'el-
la si creda trascurato
da noi. Il mio Cle-
mente
è sopracarico
di occupazioni, e di
disgusti, perché il
cammino della poli-
tica purtroppo non
è seminato che di
questi; poi aggiunga
faccende sue partico-
lari andate male;
poi cento altre noje
che ci riguardano
indirettamente, è vero,
ma che ci rattristano,
perchè toccano perso-
ne a noi care.


pagina 2



Clem[ente]. neppure alla
Mamma sua scrive,
e ciò lo deve giusti-
ficare riguardo a lei.
S'assicuri, caro Pratesi,
che noi non mu-
tiamo, malgrado i
nostri lunghi silenzi.
Io e Clemente aveva-
mo una vaga spe-
ranza di vederla
nei giorni del
funerale1. Volevo
scriverle, ma poi
mi sopraggiunse gente
e pensai fra me;
se viene Pratesi ci
accomoderemo alla
meglio, con tutto
il cuore, ma di


pagina 3



offrirle di star male,
non ne ebbi il coraggio.
Non avendolo visto, mi
pentii di non averle
offerto il poco che
potevo disporre –
I funerali furono
belli, ma ciò che fu
sorprendente è il con-
tegno della popolazio-
ne. Ammirabile vera-
mente. – Tutti sentiva-
mo che avevamo per-
duto una parte di
noi stessi; perchè volere
o non volere, V. E. si
univa a tutti i nostri
pensieri di patria,
di libertà, di gene-
rosità – Ho visto uomini


pagina 4



piangere, uomini che
chissà da quanto tempo
non versavano una la-
grima – Il giuramento
del nuovo Re fu solenne,
e giurò in modo che
si vedeva la sincerità e
la convinzione – Veramente
i Re ora devono cammi-
nare diritti, perchè i popoli
non sono più un branco
di pecore. Hanno la
coscienza della loro forza,
e i regnanti lo sanno,
e questo trovo che è
il vero progresso. Questa
morte così subitanea mi
ha fatto una grande
impressione, a parte
anche la persona –


pagina 5



Al gran passaggio biso-
gna proprio essere
ogni giorno preparati,
perchè la morte ci
può colpire in piena
salute. Avviso a tutti
quelli che hanno famiglia.
Sentii da Grato che
la sua salute è buona,
e che si vedono di rado.
Davvero che questo mio
cognato non è molto
socievole. È un vecchio
sotto spoglie giovanili.
Dio Dio, che senno, e
che calma – Buon
per lui che non prova
i suoi martiri, e le
sue inquietudini. –
Io maggiore di lui
mi sento un


pagina 6



vulcano in suo con-
fronto –
Oh, parliamo un po' dei
miei bambini. Essi sono
fiorenti, vispi, e buoni,
ed è una gran gioja
per me, che ogni anno
vedevo Clementino
colpito da grave ma-
lattia. – Vanno alla
scuola; e studiano
con un certo amore,
non quanto vorrei,
però, ma a poco
a poco io spero
si desterà in loro
quel santo ardore
per lo studio, che
aveva il loro papà.


pagina 7



Il mio ardore va sce-
mando ogni giorno.
Non so se siano gli anni
che si fanno numerosi,
se il veder sempre sempre
il mio Clemente triste,
disgustato dalle cose,
e dai così detti amici
politici, se il vedere
il mio papà solo, mia
sorella infelice, amici
disgraziati, il fatto sta
che lo spirito mio ha
subito un grande cam-
biamento. – Però quando
considero il grande
amore che mi porta
Clemente, quando
guardo il volto dei
miei due ragazzi,
imagine della loro


pagina 8



bell'anima, non posso
a meno di dirmi che
sono una donna for-
tunata, se si aggiunge
a tutto questo l'affetto,
e la stima, dei miei
pochi, ma cari e provati
amici –
A Pasqua verrà ella
a Roma? Venga, a
noi fa tanto piacere.
Clemente, Giulia, e
ragazzi lo salutano
caramente, così Mariano,
e Solimbergo che viddi
jeri – Mi saluti Grato,
e mi scriva presto, e
studi, e scriva, e si
faccia animo, e
abbia fiducia
in se – Una stretta
di mano dalla sua

aff. A. Maraini



1. Re Vittorio Emanuele II morto il 9-01-1878.

 
Image of Page 1