Mario Pratesi a Clemente Maraini

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                         Firenze 3. Maggio 1872

                                   Via V. E. 49.

Caro Sig. Clemente,

     Molto la ringrazio delle sue osserva-
zioni che sono giuste. Per obbligo d'amicizia
Ella continuerà a farmele ancora; di ciò la
prego. Io son nuovo di tali scritti, e sempre
ho paura d'essere o falso o puerile, o volgare
o qualche altra cosa di peggio. M'avverta dun-
que. All'osservazione sua della pagina quattro
ho un po' rimediato col mettere quelle parole
più giù dove mi sembra che stiano meglio.
Mi pare infatti che ora sia più evidente la
crassezza e l'egoismo di que' signori. A loro
non importa che regni Tizio o Sempronio, e che
nemmeno gli stranieri si trovino in casa no-
stra; quando possono divertirsi, andare a caccia
e godere sono contenti. Ma però guardano
di non cedere l'ius connubii. Mi pare che il
legame ora ci sia. La prego di guardare che
alla pagina dodici siano aggiunte queste pa-
role: - Ve lo dissi sempre son nervi! - Furono
lasciate molte correzioni che feci nelle prime
bozze. Alla pagina quindici ho trovato sempre
puote invece di può. Che non ci rimanga,
perchè sarebbe data a me la colpa di


pagina 2



quest'errore. Più giù nella stessa pagina voglio
il punto a canuti. Alla pagina 16 le trascri-
vo le correzioni che ho fatte, per più chia-
rezza.
     E s'alzò per prendere il lume
     Ma la madre sorse in piedi, e gli
disse prendendogli la mano
     Tutta la giornata fui sola.
     Non ci mancava che questo che com-
pire il mazzo! Ma me lo prevedevo!
(Ma me lo prevedevo è più popolare e più corto. A Firenze dicon così).
     Del resto per quel che riguarda gli
errori tipografici non c'è da chiedere
a me perchè me ne sfuggono sempre; oc-
corre quindi che siano rivisti con molta
cura dal correttore della tipografia.
     L'aspetto qua a Firenze, Sig. Cle-
mente. Rivedere il viso di chi ci fece del
bene è una delle poche consolazioni di
questa vita. Mi rammenti alla sua Signora;
al suo ragazzo maggiore che deve ricordarsi
di me. Quest'altro è troppo piccino, non
mi conosce. Mi creda con ogni affetto
                              Il Suo

                    Mario Pratesi


Mi perdoni gli scarabocchi. Aspetto altre
bozze. Quest'altre gliele rimandai ieri l'altro 2.

 
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