Amico carissimo,
1 8bre 1870,
Domenica ti scriveva una
lettera urgente con entro una acclu-
sa pel ministro della P. Istruzione, e
ti pregava caldamente a recarti a
cotesto Pandemonium e, portando col
Barberis o con qualche altro di quei
Signori, fare in modo che ritirassero
il Decreto di Traslocazione a Bari
e mi lasciassero in Reggio dove
aveva cominciato certi studi sui
Dialetti Greci della Calabria. Ti
pregava anche a nome della mia
famiglia, e son certo che se tu
avessi avuto la lettera te ne sare-
sti occupato, ad onta di quelle
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piccole noie che posson recare gli
impertinentissimi uscieri del Ministero.
Però il tuo silenzio mi fa argomentare
che la lettera andò smarrita, e torno
ora a riscriverti per pregarti solo
a recarti al Ministero e chiedere
a quei Sigri (meglio di tutti al
Barberis, a cui ti prego non far
sciuppar la pazienza colla impazien-
za che giustamente potrebbe venir-
ti parlando seco) una risposta
in proposito della Domanda che
loro inviai lunedi.
Fa osservare che il giorno
19 io mi debbo trovare alla
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scuola, e cosi stando le cose
non so ancora se debbo andare
al Liceo di Bari, o tornare
a quello di Reggio. Darti una
risposta mi pare non costi nulla.
Nella mia domanda attuale
al Ministero ci aveva chiesto
la titolarità per Reggio. Se
il Ministero non può mandarla
lo dica subito, e mi dica pure
se mi concede tornare a Reggio
come reggente. – Quest'incertezza
mi è penosa oltremodo, special-
mente perchè interrompe i miei
studj. –
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Se li stipendj d'un in-
segnante non equivalessero a
quelli dei manovali, verrei, da
me in Firenze per 4 o 5 giorni
e non darei a te queste brighe
ma non potendo da me, mi
giovo degli amici, ben dolente
di non potere, almeno per ora,
contraccambiarli.
Addio. Rispondimi subito a
posta corrente, e dimmi ancora[?]
per qual mezzo dobbiamo inviarti
un fazzoletto che tu lasciasti da
me. – Tutto bene
Astorre
P.S. Ieri l'altro ti mandai pure
4 o 5 copie del mio Cantare funebre
e anche queste pare tu non abbia
ricevuto.
