Mario Pratesi a Remigia Ponti Spitaleri

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Firenze, 10 del "07.
            Via S. Leonardo, 23.

Cara donna Remigia,

    Come Le sono grato
della Sua ultima lettera che ac-
cresce, se è possibile, la mia
gratitudine e la mia devozione
per Lei! Ed Ella, da cui non
mi vennero che conforti buoni
come raggi di sole che rompono
un cielo nero, mi procurò dome-
nica un paio d'ore veramente
gradite e volute là al Poggio,
dove fui a conoscere le sue


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nipotine. Esse sono molto
carine, benchè ricordino poco
la zia; ma è amabile quella
loro semplicità e timidezza
come di fanciulle cresciute in
un villaggio, lontane dalla gente.


[in margine]

Sembrano due uccellini pronti a scappare se una mano tenta d'avvicinarsi.

Sorridevano liete di sentir ricor-
dare la zia, e d'essere assicurate
che la zia verrà presto a Firen-
ze a vederle; ma ebbero poche
parole con me, certo messe in
suggezione dalla mia barba
bianca. Ebbi la più gentile
accoglianza delle due direttrici.
La signora Elisa la rividi
anche ieri da Ernesto Masi;


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e parlammo ancora di Lei. Ella
mi disse che la piccola Remigia
era tanto buona e tanto intelli-
gente; e tale è pure la grande
Remigia sindachessa di Milano.
Io attraversando quelle bellissime
sale che hanno tuttavia della
reggia, qualunque cambiate in scuola, più che pensare alle
arciduchesse austriache, che
le avevano un tempo abitate,
pensavo alla piccola Remigia,
al suo sorriso buono, alla sua
testina dai capelli volcanici in
mezzo alla biondezza delle lom-
barde, ossia delle piccole Ponti,
oggi donna Maria e donna Ester1,
due compagne allora di scuola


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e di prigionia. Ma come ri-
pensando a quella prigionia
ella sembra più bella di fuori
d'ogni libertà, perchè il sogno
della vita è allora in tutta la rosea
pienezza delle illusioni! È il
sabato che precorre alla festa,
come cantò il Leopardi. Questi
pensieri mi resero dolci, benchè
malinconiche, le ore passate dome-
nica al Poggio dove l'immagine
non so più se della piccola o della
grande Remigia, mi precorreva per
quelle sale, mentre mi erano a lato
le sue nipotine e la Direttrice.
Questa m'invitò a ritornar
presto, e io ritornerò. Intanto,


[in margine, senso verticale]

cara donna Remigia La ringrazio ancora, e con tanti saluti
per il Senatore, i suoi figli, donna Virginia e donna Ester2, mi confermo di cuore
                     Suo aff. obb. amico Mario Pratesi.



1. Ester Ponti Esengrini.
2. La suocera, Marchesa Virginia Ponti Pigna, e la cognata, Ester Ponti Esengrini.

 
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