Igino Pratesi al figlio Mario Pratesi

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                                          Li=12=Novembre=1869=
            Carissimo Figlio.

    Ho avuta la tua lettera del 10=Novembre stan-
te, ed in replica alla medesima ti ripeto quello, che
tante e tante volte ti hò detto a voce, e ti hò scritto,
cioè, prendi la via di Siena, e ritorna a Casa, ove ri-
spettando le miserie mie, troverai pace, e tranquillità,
e potrai dedicarti a fare quello che potrai sia con lo
studio, sia col dare lezioni particolari se ne troverai.
    Persuaditi che ai tempi che corrono, senza il
diploma d'idoneità non si può avere impiego nell'
insegnamento; che detto diploma non si ottiene senza ri-
gorosi esami; e che questi non si possono subire senza
studi regolari.——
    Coloro che ti hanno tenuto un linguaggio di-
verso, ti hanno crudelmente ingannato, e molto più
quelli che ti hanno dato ad intendere in passato,
e che te lo confermano al presente, che tu possa giun-
gere cioè alla desiderata meta con mezzi indiretti,
o sia con equipollenti, come sarebbe il certificato d'avere
frequentato come uditore la scuola di perfezionamento,
perchè questo non vale nulla, e non varrà nulla ostando-
vi la Legge vigente.——
    In conseguenza non si può da te contare
su particolari protezioni, le quali sebbene in gene-
rale siano sempre valse poco, non valgono poi nulla
quando vi sta di fronte il disposto della Legge, e se
manca di solidi titoli fondamentali a cui appoggiarsi.
    È un'illusione il credere che col fare qualche
lavoro, e col pubblicarlo, come ti proporresti secondo quel-
lo che mi scrivi, tu possa acquistarti nella repubbli-
ca letteraria un titolo, un nome, ed una raccomanda-
zione, perchè vi vogliono Opere di vaglia, e di gran
lena, per ottenere una considerazione tale da potersi
affacciare al concorso d'un impiego nell'insegnamen-
to senza diploma, e senza sottoporsi a nuovo esame,
come ordinariamente si fà.——
    Di queste verità, che io ti hò sempre dimo-
strate, tu fai da lunga pezza una dolorosa espe-
rienza: quindi non ti confondere più a tenere


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dietro ad una larva che ti scappa sempre; poni da
banda le illusioni; ascolta la voce del padre tuo una
volta; riprendi la via di Siena e ritorna a Casa.
    Qua con quiete potrai studiare quanto
vuoi: qua puoi prendere l'esame pel diploma d'
idoneità nell'insegnamento elementare per concor-
rere all'impiego di Maestro comunale, che sebbene mo-
desto, pure a me pare che sia sempre cosa migliore,
piuttosto che non aver nulla: quà, se questo non
ti piacesse, puoi attendere senza noje quanto occor-
re per vedere se un qualche altro collocamento
ti si presentasse. Ma costà tu ti trovi in una
posizione che scotta così tanto, che in essa tu
non ti puoi mantenere, e nessun altro de
tuoi può mantenertici.——Dunque ripren-
di la via di Siena, e ritorna a Casa. Questa
è la voce di tuo padre, dell'unico tuo vero
e sincero amico, che la Provvidenza Divina
ancora ti mantiene; ascoltala questa voce, ascoltala.
    Plinio mi ha scritto; che cinque sono i
posti vacanti alla Scuola normale; che venticin-
que sono i concorrenti ai posti medesimi; e fra
questi due sono Dottori; che rigorisissimi sono
gli esami che si danno per detto concorso; poichè
ai concorrenti non si somministrano che le penne
per scrivere, la carta, ed il calamajo senza al-
cun Libro. Gli viene indicato il soggetto dell'esa-
me soltanto la mattina del giorno in cui si pre-
sentano per farlo; sono chiusi a chiave in una
grandissima stanza, ove ciascuno hà il suo piccolo
tavolino a gran distanza dagli altri: ivi fan-
no un poco di refezione datagli dal Collegio, ed
ivi si va al Liceo che è annesso alla stanza stessa.
L'esperimento si compone di quattro esami in
scritto, e quattro orali....Vedi che razza di prova
difficile si è questa, per cui temo fortemente che Pli-
nio non avrà la fortuna d'ottenere detto posto.
Dopo ciò ti ritorno i saluti di tutti quelli che sono in Casa, ti dò la Be-
nedizione che mi chiedi, e mi ripeto:
                        Tuo Affmo Padre

                              Igino

 
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