Igino Pratesi al figlio Mario Pratesi

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Carissimo Figlio

                              Li=15= Maggio=1872=

    Sebbene mi riesca gravoso, tuttavia non ho mancato li-
mitarmi per riescire a rimettermi, come fò, il solito sussidio della
metà del mese in Lire Venti; e ciò nonostante che ne fossi prosciol-
to con la tua Lettere del =2=stante, dubitando, che avendo mutato Casa,
e quindi essendo tu sottoposto ad una maggiore spesa, tu potessi
avere bisogno del sussidio medesimo. Quindi qui accluso troverai
il relativo Vaglia postale segnato di No=94=. Ti prego a rimettermi la Ricevuta.
    Ti ritorno la Lettera trovata nella sopra citata tua Lette-
ra, e ardentemente desidero, che il tuo nuovo lavoro che
vedrà la luce, possa procurarti una posizione stabile e
sicura, per la quale tu possa campare onestamente senza i
soccorsi della Famiglia: e di questo vi è tanto bisogno, per-
chè la mia condizione va a peggiorare, e perchè tua Sorella
avrebbe necessità di una maggiore istruzione, che non posso dargli
per mancanza di mezzi.
    Le tue camice saranno all'ordine alla fine del mese,
ed i solini sono stati fatti più lunghi come desideri. Tal
biancheria ti sarà mandata in un'involto per la via ferra-
ta, che dirigerò a mia sorella Bita: dimodoche quando rice-
verai il mio avviso della fatta spedizione, avrai la pazienza
di andare a Casa della medesima a prendere detto involto.
Ho creduto bene di adottare siffatto compenso, perchè detto
involto giunga con sicurezza in tue mani a suo tempo.
    Per ora non sono per tornare costà, perchè non hò
avuto nessuno avviso; nè credo averlo per molto tempo;
quindi sono rassegnato a lasciare correre tutto l'Anno pre-
sente per vedere quello che ne sarà per nascere, e ciò che po-
trà farsi. Ma l'affare Casa è brutto assai, perchè siamo in
tempi disgraziati per i poveri che avrebbero bisogno ricor-
rere al Tempio della Giustizia, accessibile oggi solo a coloro che
gavazzano nelle ricchezze, e perchè non vi sono affari peggiori
di quelli che debbono trattarsi e concludersi fra Parenti.
    Dal Giornale =L'Italia Militare= del di=11=Maggio corrente
apparisce, che con Determinazione Ministeriale del =7= detto,
Tito è stato trasferito Ajutante Maggiore in 1o al Distretto
Militare di Pesaro, fermo sempre nel suo grado di Capitano.
Non sò se egli sia contento di questa destinazione, per
la quale dal placido e quieto comando di una Compagnia, và


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ad occupare un'impiego di una fatica enorme, e di una respon-
sabilità enormissima senza adeguato compenso.
    Dante che non fà mai il conto con la borsa, hà un
bel pensare a ritratti. Io che da tutte le parti sono gravato
di spese mentre le risorse mi vengono meno, non posso
pensare a ritratto, e mi conviene limitare i desideri. Ca-
pisco che quello di Dante proviene da buon cuore: ma
il mio dovere m'impone di risparmiare il denaro per
supplire alle spese necessarie ed obbligatorie; e questo deve
farmi merito presso la Famiglia.
    E così ho replicato alla tua Lettera del =2=Maggio stante;
e facendoti i saluti di Casa, ti dò la mia Benedizione,
e mi ripeto—                           Tuo Affmo Padre

                                                   Igino

=P.S. Pervenendomi il Giornale il =Diritto= saltuariamente,
volendo continuamente a rimettermelo, ti pregherei a ciò
fare senza saltare i numeri del medesimo.–
Quando a te non piaccia, che l'involto delle tue
Camice lo diriga alla Bita, avvisami ove debbo in-
viartelo perchè ti pervenga con sicurezza.–



[busta]

– Con Vaglia Postale di No=94=

         Al Sig:e Mario Pratesi.
Fuori la Barriera di San Gallo,
in Via Vittorio Emanuele, in
Casa Sori No=49=.
                      Firenze

 
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