Milano,
4 9bre '90
Caro Babbo,
La buona Corinna mi ha
dato
le sue nuove, le quali mi hanno rassicurato
che la sua salute è buona, e che si manterrà
tale sempre. Me ne rallegro di cuore, e
confido che Ella pure ne sarà lieto, e
cercherà di scacciare i pensieri troppo
neri scaldandosi costà ad un buon fuoco,
senza far troppo a risparmio di legna.
Il fuoco del camino giova a mantener
sani scacciando ogni umidità, la quale
è anch'essa una grande nemica e isidia-
trice della salute umana, e lo so io
in questa città che è nell'inverno la sede
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perpetua dell'umido e della nebbia. Quindi
son travagliato ora dall'una e ora dall'altra
cosa: dolori reumatici, terribili raffreddori
di petto, di testa, di gola, catarro intestinale,
assoluta disappetenza etc ec. Si guardi
perciò dall'umido, beva del buon vino che
costà si può avere, ripurghi l'aria con
delle buone fiammate, non segna troppo
facilmente il pendio dei tristi pensieri,
cerchi di dormir bene la notte, e vedrà
quanto benefizio gliene verrà alla salute.
L'altro giorno ricevei una
cartolina
di Plinio che mi dice di star bene, ma
che è sotto una soma di lavoro, dieci volte
più grave che non quella di Cagliari,
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la quale pareva che fosse estrema. Io pure
non c'è male anche quest'anno con più di cento
scolari, che spesso riescono intollerabili. Anche
nell'ultima relazione ministeriale gli scolari
miei furono, per la prova dell'esame di licenza,
giudicati i migliori. Ma la lode di questi
signori non è compenso adeguato, e io sono
stanco. Ho mandato alla Nuova Antologia
un mio lavoro su Massimo d'Azeglio che
verrà in uno dei fascicoli di questo mese
Glielo manderò appena ne abbia gli estratti.
La prego di ringraziare tanto
Corinna
della sua lettera, e di dirle che io abito qua
in Via S. Vittore Grande, No11. Mi
riverisca anche la Signora Direttrice e abbrac-
ciandola e pregandola di benedirmi, mi creda,
Suo
aff. obbo Figlio
Mario.
