Luisa Bruschetti Santandrea a Mario Pratesi

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                                                        20 novembre 1918

Egregio sig. Professore-

    ho assai gradito il dono
gentilissimo della sua novella; anzi
l'ho doppiamente gradito dopo la
lettura, poichè la novella mi è tan-
to, tanto piaciuta. Ciò che sopra tutto
in essa mi piace, è quell'affrontare
serenamente certe situazioni d'animo,
di coscienza, di vita, per giudicarle con
equità, e trarne evidenti conseguenze,
anche quando codeste conseguenze non


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sono- malgrado la loro chiarezza- quel-
le dei più. Lei ha dunque del co-
raggio. Coraggio manifesto, cioè, in tutta
la psicologia di Berto di fronte alla
guerra- e in quella squisita di Fra Ro-
sario. Una verità grande Lei ha rico-
nosciuta specialmente, con franchezza tol-
stojana, pur ammettendo la necessità di
combattere con le armi chi con le armi
ci assale; e questa verità brilla là dove
Ella racconta che la guerra aveva fa-
talmente abbassato il livello morale di
Berto. È deplorevole, che la persona
stessa che compie con altre un'opera
di difesa e di rivendicazione, non possa


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essere tutta santa, tutta eletta, ma anzi
perda od offuschi le altre facoltà in
vantaggio di una sola;- ma ciò non
è men vero, anche se spiace. -E rico-
noscerlo è da forte,- Oltre a questo
tratto caratteristico Suo, non solo in
questa novella, ma in quasi tutte le
pagine che ho letto di Lei, ammiro
i freschissimi paragoni di cui Ella
spesso si compiace, e che ricordano la
chiara sicurezza di quelli di Dante.
Bella l'imagine dei cavalli, quando
lavorano a schiera invece che soli;-
bella quella del mobile rotto che va
ingommato da ogni parte;- e quella
della radunata di cani neri col


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can bigio- ed altre molte.
Mi è piaciuto poi molto anche il ri-
chiamo, parco ed efficace, ai ricordi della
divina Commedia, davanti al paesaggio
semplice ed eterno. Il richiamo dà un
che di signorile ed elegante al quadro,
pur non avendo mai l'aria d'uno
sfoggio. Perchè? Perchè Lei ha un
magnifico senso dell'opportunità e
della misura.-
Abilmente condotta la storia di Giacinta,
in un equilibrato (come direbbesi in pit-
tura) secondo piano, che si fonde assai
bene col primo, della storia di Berto, di
cui è complimento. E infine bella, sempre
bella, la lingua!
Dopo tutto questo, non mi resta che
stringerle la mano a complimentarla,
ringraziandola di vero cuore. - Si abbia


[in margine, in alto, senso verticale]

pure i
nostri più
cordiali
e memori
saluti
Dev
Luisa Santandrea

 
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